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Eluana, stop alimentazione forzata

Lo hanno deciso i giudici

La Corte d'appello civile di Milano ha autorizzato il padre di Eluana Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzato che da 16 anni tiene in vita la figlia.

Eluana, a causa di un incidente stradale, è in stato vegetativo permanente dal 18 gennaio 1992. Il padre Beppino dal 1999 chiede la sospensione del trattamento. Ora, secondo fonti giudiziarie, potrà eseguire la sentenza anche subito.

Due argomentazioni dei giudici
La decisione è stata presa in base alle indicazioni fornite dalla Cassazione, che aveva rinviato la causa, il 16 ottobre 2007. Due le argomentazioni a sostegno della sentenza:

a) è già stata provata l'irreversibilità dello stato vegetativo permanente della giovane ed
b) è dimostrata la convinzione di Eluana, quando era pienamente cosciente, di preferire la morte all'essere tenuta in vita artificialmente senza più capacità percettive e avere contatti con il mondo esterno. 

I firmatari del decreto in cui si autorizza la sospensione del nutrimento a Eluana sono il giudice della prima sezione civile della Corte d'appello di Milano Filippo Lamanna e i giudici del collegio Giuseppe Patrone e Paolo Negri Della Torre. 

Provvedimento efficace immediatamente
Secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, il provvedimento può essere applicato subito dal padre. Spetterà pero' alla sensibilità del tutore e del curatore speciale, attendere il termine di legge - 60 giorni - per l'eventuale impugnazione in Cassazione. Al provvedimento teoricamente è ancora possibile opporre ricorso davanti alla Cassazione.

I giudici: "Decisione inevitabile"
Per il collegio giudicante che ha emesso il verdetto, la decisione è stata "inevitabile" dopo aver accertato "la straordinaria durata del suo stato vegetativo permanente, l'altrettanto straordinaria tensione del suo carattere verso la libertà e la sua visione della vita". Una concezione della vita - spiega il giudice Lamanna - inconciliabile con la perdita totale e irreversibile delle proprie facoltà psichiche e la sopravvivenza "solo biologica del suo corpo, in uno stato di assoluta soggezione passiva all'altrui volere".

La Corte d'appello ha anche escluso che la scelta del tutore, il padre di Eluana, "sia stata espressione di un suo personale giudizio sulla qualità della vita" della figlia anziché di quest'ultima, e sia che vi siano stati altri "fini o interessi se non quello di rispettare la volontà" della ragazza.

Il giudizio di sospendere l'alimentazione forzata ha inoltre coinciso con la valutazione del curatore speciale di Eluana Englaro, l'avvocato Franca Alessio, nominata proprio per "controllare la mancanza di interessi egoistici del tutore in potenziale conflitto con quelli di Eluana".

Il padre: "Ha vinto lo Stato di diritto"
Il papà di Eluana, Beppino Englaro, ha commentato così la decisione della Corte d'Appello: "Ha vinto lo Stato di diritto". "In questa storia l'obiezione di coscienza non c'entra niente, si tratta di fare quello che hanno deciso i giudici e quello che voleva Eluana: mia figlia sarà finalmente libera'', ha detto Peppino Englaro rispondendo ad una domanda sull'eventualità che nella casa di cura dove la figlia è ricoverata non venga attuato il dispositivo del giudice. ''Non so ancora come quel momento potrà avvenire, suppongo
ci sia un iter da rispettare e dei sistemi medici da applicare - ha detto Englaro - l'importante è che finalmente Eluana si liberi da quella trappola di meccanismi medici in cui è stata costretta per 6.019 giorni''.

"Le suore dell'istituto non acconsentiranno mai"
''Qua in questa casa di cura non avverà di sicuro: le suore le sono affezionate, non acconsentiranno mai''. E' l'affermazione che ripetono un po' tutti nella casa di cura dove è ricoverata Eluana, pur volendo mantenere l'anonimato a causa del divieto assoluto di parlare con i giornalisti. La casa di cura è infatti gestita dalle suore Misericordine che hanno cercato di tenere giornalisti e fotografi lontani dall'edificio. ''Se il padre vuole farla morire - ha detto un altro dipendenti - dovrà solo portarla via da qui''.

Presto trasferita
Eluana verrà trasferita all'ospedale Manzoni di Lecco. Lo si è appreso dalla curatrice speciale della donna, l'avvocato Franca Alessio, che ha spiegato che giovedì con Beppino Englaro e i suoi legali decideranno i tempi del trasferimento della donna, che da 14 anni si trova ricoverata alla casa di cura "Beato Luigi Talamoni" retta dalle suore. Da quanto è stato spiegato la scelta del ricovero all'ospedale lecchese è determinata dal fatto che è stato contattato un medico che si è dichiarato disponibile a procedere, secondo le indicazioni dei giudici della Corte d'Appello civile di Milano. Il trasferimento potrebbe avvenire già nei prossimi due giorni.