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Crema, uccisa una donna per strada

Arrestato omicida dopo caccia allʼuomo

Una donna è stata accoltellata a morte a Crema.

Antonia Maria Sangiovanni, 53 anni, è stata aggredita in un quartiere della città alle 6.30. Stava andando a lavoro. E' stata prima investita e poi uccisa con dei fendenti all'addome. L'assassino è poi scappato a bordo di una auto scura. Gli investigatori gli hanno dato la caccia per ore, arrestandolo. Alla base dell'omicidio ci sarebbe una questione di denaro, ma tutte le piste sono seguite.

L'ha investita con l'auto e poi l'ha finita a coltellate, a Crema, in provincia di Cremona. Poche ore dopo i carabinieri l'hanno rintracciato e arrestato nel Bresciano. Resta da chiarire il motivo del delitto, forse avvenuto per una questione di denaro. La furia omicida di Antonio D'Onghia, 54 anni, barese, si è scatenata di prima mattina. Ha atteso che Antonia Sangiovanni, detta Mariuccia, di professione badante, uscisse di casa in bicicletta, nel quartiere San Bernardino a Crema, come faceva tutti i giorni per andare in stazione a prendere il treno per recarsi al lavoro nel Bergamasco, dove accudiva un'anziana signora.

L'ha intercettata a bordo della sua vecchia Saab, l'ha tamponata sbalzandola dalla sella e facendola cadere a terra. La donna si è rialzata ed è fuggita, ma lui l'ha raggiunta nel cortile della casa dove viveva con due dei tre figli, di 18 e 23 anni, avuti dal marito morto tempo fa. La figlia maggiore, ventiseienne, è sposata. Secondo la ricostruzione degli investigatori, D'Onghia l'ha poi colpita con un numero imprecisato di coltellate. Giuseppe Pirri, un vicino, attirato dalle urla della donna, ha chiamato i soccorsi, ma quando l'ambulanza è arrivata la donna era già morta.

Subito dopo il delitto, è scattata la caccia all'uomo. Gli inquirenti sono riusciti a identificare l'omicida grazie al numero della targa della sua auto, trascritto da una guardia giurata che aveva assistito alla scena e che ha anche tentato di inseguire l'assassino con la sua auto in direzione di Soncino, ma che poi ha dovuto desistere. I carabinieri hanno cercato nel campeggio di Vigevano dove aveva la residenza, ma da 24 ore nessuno l'aveva più visto. Poi, grazie alla testimonianza di un suo conoscente gli investigatori si sono spinti nel Bresciano e l'hanno trovato, a Rovato, in un casolare in località Montorfano, luogo che spesso frequentava fin dai tempi in cui lavorava in una vicina acciaieria.

Erano passate circa 11 ore dal delitto. Alla vista dei carabinieri di Chiari, non ha opposto resistenza. D'Onghia non ha un lavoro fisso e si guadagna da vivere facendo il tassista abusivo a Milano. Ora è in stato di fermo nella caserma dei carabinieri di Chiari con l'accusa di omicidio volontario. Non si sa che cosa l'abbia spinto ad ammazzare la donna, descritta dai vicini di casa e dai figli come una persona mite, avvezza al lavoro duro e che come unico svago si concedeva una partita a carte in cortile con gli amici. E' esclusa l' ipotesi del delitto passionale perché sembra che tra i due, che peraltro si conoscevano bene, non ci fosse, almeno attualmente, una relazione sentimentale. Più probabile che il movente sia riconducibile ad una questione di denaro anche se gli inquirenti non hanno ancora spiegato che legame ci fosse o che interessi unissero la vittima e il suo assassino. I figli della donna non sapevano nemmeno che la loro madre e quell'uomo si conoscevano. Dopo la morte del marito, Antonia aveva avuto una lunga relazione con un agricoltore bergamasco, che però era finita da tempo.