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Rifiuti, bus incendiato a Chiaiano

Scontri: arrestati 3 manifestanti

Cresce la tensione a Chiaiano (Napoli) dove sono in corso scontri tra un gruppo di manifestanti e le forze dell'ordine.

I primi hanno incendiato un autobus posto di traverso per bloccare una strada. I manifestanti si oppongono alla realizzazione della discarica e cercano di impedire l'accesso ai tecnici addetti alle operazioni preliminari di carotaggio. Nove sono i contusi ( 3 civili e 6 agenti) e tre le persone arrestate.

Tre persone arrestate
Alcuni dei circa tremila manifestanti sono stati condotti in questura. Tre di essi sonmo stati arrestati, altri tre denunciati a piede libero. Il bilancio degli scontri è di nove contusi: 3 manifestanti e 6 agenti. Il 118 ha effettuato due interventi definiti "seri" su due persone che, secondo le prime informazioni, sono state colte da malore. In particolare un uomo si è sentito male in seguito alla violenta rissa che si è scatenata sul luogo.

Davanti alla questura per chiedere liberazione dei fermati
Una trentina di abitanti di Chiaiano si sono recati davanti alla questura di Napoli, in via Medina, per sollecitare il rilascio dei manifestanti fermati dalla polizia durante gli incidenti. I poliziotti li hanno fatti allontanare.

Due i fronti della protesta
Intanto sono diventati due i fronti dei blocchi: piazza Titanic (la "Rosa dei Venti") e il bivio di Mugnano, ad alcune centinaia di metri di distanza, che conducono alla cava dove dovrebbe essere realizzata la discarica. Anche qui i manifestanti hanno attuato un blocco stradale e gli agenti si sono attestati ad alcuni metri di distanza. Alcuni cittadini hanno riferito di momenti di tensione e di contatti tra i due gruppi.

Sindaco di Marano lancia appello a Napolitano e al Papa
Il sindaco di Marano, Salvatore Perrotta, sceso in piazza con i suoi cittadini contro l'apertura della discarica di Chiaiano, rivolge un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al Papa, definendo "da guerra civile" le scene degli incidenti della serata. "Da una parte la forza della ragione, dall'altra la forza dei muscoli - afferma Perrotta - stiamo assistendo ad un qualcosa di assurdo, surreale. Abbiamo sempre manifestato pacificamente, ma l'azione repressiva messa in atto questa sera appare abnorme, immotivata e con una condotta che rappresenta la fine della rappresentanza istituzionale e che mette a rischio i cardini della democrazia. Di fronte allo sproporzionato schieramento di forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa avevo persino cercato di mediare con i manifestanti, ma inutilmente. Non ci resta - conclude Perrotta - che appellarci al presidente della Repubblica, persona saggia, testimone della Resistenza, e, dopo le parole di oggi del cardinale Martino, anche al Papa, affinché colgano la frustrazione di un'intera popolazione piegata con forza allo stupro del territorio".

Maroni: "Reazione prevedibile, ma appello ai cittadini"
Mentre gli incidenti sono in corso, il ministro  dell'Interno, Roberto Maroni, alla registrazione di Matrix, su Canale 5, ha detto: "Era prevedibile una reazione di questo tipo, la capisco, ma faccio appello a tutti i cittadini perché è interesse di tutti porre fine a questa vera e propria tragedia nazionale".

Maroni: ordine pubblico alle forze di polizia, presidio siti all'esercito
Il ministro Maroni ha spiegato anche che l'ordine pubblico sarà affidato alle forze di polizia, mentre ai militari andrà la vigilanza delle discariche. "Sono convinto - ha detto - che l'ordine pubblico possa e debba continuare ad essere gestito dalle forze di polizia che fanno egregiamente questo lavoro. Credo sia sbagliato militarizzare: daremmo l'impressione di essere in uno stato di assedio". "I militari - ha proseguito - verranno utilizzati per presidiare i siti, per evitare intrusioni o danneggiamenti. Le forze di polizia faranno quello per cui sono preposte e cioé il controllo e la gestione dell'ordine pubblico, come hanno fatto in questi mesi e come stanno facendo egregiamente".