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Gravina, slitta decisione su padre

Gip vaglia rilascio entro il 7 marzo

La decisione del Gip sulla scarcerazione di Filippo Pappalardi, padre dei fratellini di Gravina, sarà emessa entro venerdì 7 marzo.

E' quanto prevede la legge per il magistrato, che ha ricevuto in giornata l'istanza motivata da parte del procuratore Emilio Marzano e del suo sostituto Antonino Lupo, che conducono le indagini sulla morte di Ciccio e Tore. Secondo il codice di procedura penale, il Gip dispone di 5 giorni per pronunciarsi.

Il legale del padre dei piccoli Francesco e Salvatore, l'avvocato Angela Aliani, giovedì aveva presentato l'istanza non all'ufficio Gip ma alla Procura. Il codice di procedura penale prevede che il magistrato si pronunci dopo cinque giorni dal ricevimento della richiesta.

I pm: "Per noi è omicidio"
Nel dare parere contrario alla scarcerazione di Filippo Pappalardi, il padre di Ciccio e Tore in carcere dal 27 novembre, la procura ha ribadito la validità del proprio impianto accusatorio, confermando l'ipotesi di duplice omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e dai futili motivi. Secondo quando riferiscono fonti vicine alla Procura, per gli inquirenti Pappalardi, tra le altre cose, non ha ancora chiarito cosa ha fatto nelle due ore di buco seguite alla scomparsa dei suoi figli e ha detto una serie di bugie.

Mercoledì l'autopsia sui due corpi
Sono previste per mercoledì prossimo le autopsie su Salvatore e Francesco. Lo si è appreso da fonti medico-legali. Anche attraverso l'esame autoptico, i medici legali accerteranno l'epoca della morte ed eventuali, nuove, lesioni presenti sui corpi. Intanto, i medici legali si stanno concentrando sullo studio degli esiti degli esami radiologici e radiografici compiuti nei giorni scorsi e sulla ricostruzione tridimensionale dei corpi di Ciccio e Tore.

Tore tentò la fuga da cisterna
Su una parte della cisterna in cui sono stati scoperti i corpi di Ciccio e Tore sono state trovate tracce di unghiate "evidenti e rimarcate, cioé sovrapposte una all'altra". Lo rivelano all'Ansa fonti vicine alle indagini. Per le fonti, queste tracce provano che uno dei due fratellini, quasi certamente Salvatore, ha tentato invano di guadagnare l'uscita dalla cisterna.