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Rifiuti, un'altra maxi protesta

Savignano Irpino,3mila contro discarica

Circa tremila persone, secondo stime, hanno partecipato alla manifestazione di protesta promossa dal comune di Savignano Irpino (Avellino) contro la nascita di una discarica provinciale in contrada Pustarza destinata ad accogliere 700mila tonnellate di rifiuti.

Alla manifestazione hanno aderito anche i sindaci. Non si sono registrate tensioni o incidenti. I dimostranti hanno chiesto di individuare un'altra discarica.

Alla manifestazione hanno aderito i sindaci di Ariano Irpino, della Valle del Cervaro (Montaguto, Greci, Villanova, Zungoli) e della vicina Provincia di Foggia (Banni, Monteloene, Accadia, Orsara, Anzano).

Simbolicamente i prmi cittadini, giunti in contrada Purstarza, hanno circondato una trivella che dovrebbe cominciare i lavori di carotaggio nei prossimi giorni. Amministratori e cittadini chiedono di individuare la discarica in uno dei siti prescelti dalla Provincia di Avellino e denunciano la beffa di una nuova discarica che si trova a tre chilometri da quella definitivamente chiusa, e dichiarata inquinata, di Difesa Grande.

De Gennaro: "La gente aveva ragione"
"La gente di qui aveva ragione", è l'amara constatazione del prefetto De Gennaro dopo aver fatto ricontrollare dai tecnici del genio militare tutte le vecchie discariche. Una dopo l'altra, il supercommissario le ha dovute cancellare dal piano che aveva disegnato per liberare le strade dalle tonnellate di spazzatura accumulata. Gli accertamenti tecnici hanno infatti rivelato che la situazione è molto diversa da come raccontata dalle carte: dovunque ci sono infiltrazioni di percolato, sottostanti discariche abusive, rischi gravi di crolli. No a Pianura, no a Parapoti, no a Difesa Grande, no a Villaricca, no a Lo Uttaro, è lunga la lista dei siti non in regola. la conclusione: nessuna delle vecchie discariche potrà essere riaperta. L'unica strada per uscire dall'emergenza, oltre all'invio all'estero - ci sarebbe una trattativa con la Germania - e nelle altre regioni delle ecoballe che ingolfano i cdr impedendone il funzionamento, è quella di approntare il più velocemente possibile nuove discariche in siti non contaminati.

Il supercommissario, grazie anche al potere assegnatogli di affidare i lavori senza dover attendere i tempi delle gare d'appalto, mantiene l'obiettivo di ripulire le strade entro la metà d'aprile, prima che arrivi il caldo e con esso il concreto rischio di epidemie.