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Malasanità, muore un marocchino

Bari, ha atteso unidici ore in ospedale

La Procura di Trani ha aperto un'indagine sulla morte di un uomo avvenuta dopo 11 ore di attesa al pronto soccorso dell'ospedale di Andria.

Indagati per omicidio colposo 7 tra medici e sanitari del nosocomio. L'uomo, un marocchino 43enne, sarebbe rimasto "parcheggiato" 11 ore all'ospedale Bonomo in attesa di un letto disponibile che non è stato trovato e i medici hanno deciso di trasferirlo a Spinazzola dove è giunto morto.

Sull'incredibile vicenda la procura della Repubblica di Trani (Bari) ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e ha disposto accertamenti sull'operato di sette tra medici e sanitari dell'ospedale 'Bonomo' di Andria. L'uomo - secondo quanto sta verificando il titolare dell'indagine, il pm Michele Ruggiero - sarebbe rimasto 'parcheggiato' nel pronto soccorso del nosocomio andriese dalle 13.30 fino alla mezzanotte di martedì.

Il riconoscimento della salma e' stato fatto dal responsabile della casa di accoglienza per immigrati della Caritas di Andria, don Geremia Acri, che aveva ospitato nel centro il marocchino per circa due ore la mattina del 18 dicembre. L'autopsia dovrà accertare le cause della morte di Bensadah. Al momento le ipotesi prese in considerazione sono due: le cause naturali e l'assideramento.

La vicenda è cominciata la mattina del 18 dicembre, quando alcuni stranieri si accorgono che Salah Bensadah non sta bene. Per questo il marocchino viene accompagnato in ospedale. Al 'Bonomo' i medici chiamano agenti del commissariato di polizia e riferiscono che l'uomo ha bisogno di stare al caldo e di mangiare, e che è superfluo tenerlo in ospedale. La polizia chiama don Geremia e chiedere il suo aiuto. Il sacerdote accetta subito. Alla Caritas Bensadah viene lavato e vestito con abiti caldi, i volontari gli tagliano barba e capelli e gli danno del cibo.

"Ma Salah dice di avere ancora molto freddo - spiega don Geremia - e infatti aveva i piedi lividi e doloranti, per questo abbiamo chiamato il 118. All'inizio non volevano neppure portarlo via, poi si sono resi conto che hanno dovuto utilizzare la sedia a rotelle per farlo salire nell'ambulanza". Erano le 11.30 di martedì quando Salah è andato via dal centro e da quel momento in poi di lui non si era saputo più nulla, fino alle 13.30 di giovedì, quando don Geremia è stato chiamato dai carabinieri per il riconoscimento della salma. 

"La dignità umana è stata calpestata", dice con rabbia mista a compassione il sacerdote, che aggiunge: "Dopo più di 2000 anni, proprio a Natale, succede che c'è chi si rifiuta di dare un giaciglio a qualcuno, si rifiuta di dare aiuto: questo poteva capitare anche a un andriese, non solo a uno straniero".