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Perugia,"Stupro? Nessun elemento"

Studentessa uccisa, morta per emorragia

Gli accertamenti medico legali fin qui eseguiti sul corpo della studentessa inglese Meredith Kercher uccisa a Perugia non hanno fatto "emergere elementi per ipotizzare una violenza sessuale".

Lo ha reso noto la procura della Repubblica con un comunicato stampa. Dall'autopsia è emerso che la morte va ricollegata a una emorragia causata da una lesione al collo dovuta all'azione di uno strumento da punta e taglio.

Meredith ebbe un rapporto sessuale ma non fu stuprata
L'esame del medico legale ha confermato che la studentessa ha avuto un rapporto sessuale prima di morire. Sul corpo tuttavia non sono state riscontrate lesioni tali da far ipotizzare uno stupro. Sarebbero stati infatti individuati solo alcuni piccoli lividi. Si puo' quindi parlare di sevizie subite e di tentativo di "autodifesa" ma non di violenza carnale. Al proposito, l'anatomo patologo Lalli ribadisce che sul cadavere non sono state riscontrate abrasioni, ecchimosi o lividi che si registrano sempre nei casi di stupro. Gli specialisti hanno prelevato anche campioni di liquidi organici che dovranno essere ora analizzati. Resta comunque al vaglio degli inquirenti la possibilità che la giovane abbia avuto il rapporto sessuale mentre veniva minacciata.

Lenta agonia
Sempre secondo l'autopsia, il tipo di lesioni e la quantità di sangue perso hanno poi evidenziato che l'agonia della studentessa inglese sarebbe stata abbastanza lunga.

L'indagine intende anche stabilire se il delitto sia stato commesso da più persone. Anche se, al momento, questa ipotesi tende ad essere poco attendibile.

Per la necessità di ulteriori accertamenti, il magistrato che coordina le indagini della polizia, Giuliano Mignini, non ha ancora firmato il nulla osta alla restituzione alla famiglia del corpo di Meredith. Per un'ennesima volta i genitori della studentessa hanno annunciato e poi rinviato il viaggio in Italia. il padre John Kercher, giornalista freelance per una testata economica e la mamma Arlene, che hanno avuto 4 figli, sono separati da tempo.

Sangue sulla maniglia del portone di casa
Intanto, secondo quanto riportato dall'agezia Ansa, è stata trovata una traccia di sangue, forse della vittima, sulla maniglia interna del portone della casa. Gli investigatori ipotizzano che chi ha ucciso la giovane sia uscito proprio da lì. La coinquilina che, per prima venerdì, è tornata a casa ha riferito agli inquirenti di avere trovato socchiuso il portone. La pista più accreditata continua quindi a essere che la studentessa possa avere fatto entrare volontariamente in casa qualcuno. Gli esami della polizia scientifica dell'Ert, Esperti rilevamento tracce, e della questura perugina non sono comunque ancora conclusi. Repertate numerose tracce biologiche e impronte che dovranno essere ora analizzate in laboratorio. 

Gli esperti stanno anche analizzando le tracce di sangue trovate nell'appartamento sottostante a quello occupato dalla Kercher, dove vivevano quattro studenti risultati estranei al delitto perché non erano a Perugia nella notte tra giovedì e venerdì. Ma il plasma potrebbe anche non essere di tipo umano, poiché nei locali viene tenuto anche un gatto.

Ascoltate parecchie persone
Domenica sono state ascoltate numerose persone che potrebbero fornire elementi utili alla risoluzione del caso. Tra questi anche coloro che abitano negli altri appartamenti della casa di via Sant'Antonio. Secondo quanto riferito dall'agenzia Agi, sembra che quattro studenti universitari marchigiani siano stati ascoltati per ore, pur se le fonti ufficiali mantengono uno strettissimo riserbo, ed anche la studentessa americana che divideva la casa occupata da Meredit Kercher è tornata in serata con gli inquirenti nella casa del delitto dopo che il medico legale aveva consegnato un primo rapporto al magistrato. Sono in atto controlli anche sulla proprietà della casa e su chi aveva la disponibilità delle chiavi dei piccoli appartamenti.