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"Marito non ha diritto ad amplesso"

Cassazione, condanna per abusi sessuali

L'uomo non può pretendere dalla moglie un rapporto sessuale se lei ha detto di no.

Lo ha ribadito la Cassazione. I Supremi giudici hanno confermato la condanna per violenza sessuale aggravata nei confronti di un 45enne di Palermo che aveva costretto la moglie ad avere rapporti sessuali con lui in un clima "di paura e soggezione", che ormai la donna respirava da tempo.

"In tema di reati contro la libertà sessuale - scrive il collegio di legittimità - integra la violazione dell'articolo 609 bis del Codice penale qualsiasi forma di costringimento psico-fisico idonea ad incidere sull'altrui libertà di autodeterminazione, a nulla rilevando l'esistenza di un rapporto di coppia coniugale o para coniugale tra le parti, atteso che non esiste all'interno di un tale rapporto un diritto all'amplesso, né conseguentemente il potere di esigere o imporre una prestazione sessuale".

Condannato in primo grado a 5 anni di reclusione, poi ridotti a quattro dalla Corte d'appello, l'uomo si era difeso davanti alla Cassazione sostenendo che la moglie, inizalmente contraria al rapporto, si era poi lasciata andare acconsentendo. Una tesi che non ha convinto la Corte, secondo cui l'episodio doveva essere necessariamente inquadrato nel contesto di paura e soggezione creato dall'uomo. Ma non è tutto qui. "In particolare la Corte territoriale ha escluso che la donna avesse mai potuto scegliere liberamente di avere un rapporto sessuale con l'imputato, trovandosi in uno stato di soggezione psico-fisica idoneo ad incidere concretamente sulla sua libertà di autodeterminazione", si legge nelel motivazioni.