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Non rinuncia a burqa,vive segregata

Caravaggio, donna multata quando esce

Chiusa in casa per non tradire le leggi di Allah.

E' questa la vita a cui è costretta Nadia Hassan Mohamed Abdou Salah. La donna, musulmana, ogni volta che esce con il burqa per le strade di Caravaggio, in provincia di Bergamo, viene infatti multata dalla polizia perché la legge italiana impone il volto scoperto per l'identificazione dei cittadini. "Non capisco cosa faccia paura", dice Nadia.

Per il marito, Mammoud Abdelrazek Alì Mohamed, l'unica legge è quella di Allah e non si spiega il comportamento delle forze dell'ordine e l'atteggiamento ostile della comunità della cittadina in cui vivono da alcuni anni. "L'ultimo episodio che ci ha creato problemi - ha raccontato l'uomo al Giornale di Treviglio - è accaduto circa un mese fa, quando mia moglie si è recata in Municipio. Il sindaco si è indispettito perché aveva il viso coperto dal velo. Purtroppo ogni volta che esce per strada le Forze dell¹ordine si avvicinano per scoprirle il volto e multarla. Non è un'assassina...".

Incredula anche la protagonista della vicenda. "Non capisco cosa faccia paura. Io sono contenta di portare il burqa - spiega la donna - così mi può guardare solo mio marito". Nel frattempo Nadia esce sempre di meno, al masimo una volta alla settimana, e vive nel terrore di essere multata ogni volta che accompagna i bambini a scuola. Le forze dell'ordine, del resto, fanno soltanto il loro lavoro e applicano la legge e la donna non ha alcuna intenzione di rinunciare al burqa.

"Non capisco quale sia il problema. - si chiede il marito di Nadia, che vive in Italia da 18 anni, ma ora è disoccupato - A Caravaggio, ormai la conoscono tutti, non ha alcuna bomba nascosta... I terroristi non sono musulmani. Non voglio che altri uomini vedano in volto mia moglie. E' il libro di Dio che lo dice. Mi dà fastidio che le scoprano il capo per guardarla in volto. Questa allora è una democrazia di stampo cristiano In Egitto ognuno può girare come preferisce, non è certo l'Afghanistan. Io ho amici cristiani, ebrei, tutti possono fare quello che vogliono".

Infine una precisazione sul passato, sui progetti futuri e un appello alle autorità locali. "Per me l'Italia è una seconda Patria, mi piace vivere qui. Mia moglie è arrivata cinque anni fa. Ho lavorato quindici anni in regola, ma ora purtroppo... Ho versato 9 mila euro per acquistare un locale di 45 metri quadrati dove realizzare un call-center e internet point e altri 9 mila al notaio. Tuttavia non posso aprire a causa dell¹assenza di servizi igienici adatti ai disabili. E' una legge che è uscita dopo ed io non so come fare. Ho chiesto aiuto in Comune ma non ci sono risultati. Sono in grosse difficoltà economiche perché ho tre figlie da mantenere. Ormai in Egitto ho solo i genitori e un fratello non conosco più nessuno", ha concluso Mammoud Abdelrazek Alì Mohamed.