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Pusher annegati: battaglia a Torino

Africani bloccano città per protesta

E' alta la tensione a Torino dopo la morte di due spacciatori africani, annegati nello Stura.

La tragedia degli immigrati risucchiati dalla corrente è avvenuta quando i pusher, una ventina in tutto, avvertiti dell'arrivo dei carabinieri, si sono precipitati lungo le sponde del fiume per scappare su un isolotto. Così in città gli extracomunitari da giorni bloccano il traffico per protestare: "Dovevate salvarli".

Subito dopo la scomparsa in acqua sono partite le ricerche davanti ad un centinaio tra spacciatori e tossicodipendenti, che si sono alleati scagliando sassi contro le forze dell'ordine e i soccorritori. Gli incidenti avevano causato anche il blocco del traffico sul ponte, ma soprattutto quello in corso Giulio Cesare.

I carabinieri hanno fermato quattro africani, portandone tre al Cpt di Milano, mentre un quarto è stato arrestato per non avere rispettato un precedente decreto di espulsione dall'Italia.

Anche i cittadini torinesi hanno manifestato esasperati dalla presenza dello spaccio, tanto che la cittadella verde alla periferia della città diventata il regno degli spacciatori africani è stata ribattezzata "Tossic Park".

Il sindaco Chiamparino: "Nessuna zona franca" 
"La lotta allo spaccio deve proseguire con la determinazione necessaria - ha detto il sindaco Sergio Chiamparino - non possiamo in alcun modo tollerare che il centro o qualsiasi altra parte della città diventi zona franca. Provo dolore e pietà per queste morti". Ancora più dura la posizione di Massimo Brutti, vicepresdiente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza. "Quei blocchi stradali sono una vergogna - ha spiegato - vanno rmossi in ogni modo, senza la minima indulgenza verso i delinquenti che hanno avuto la spudoratezza di attuarli. Minacciano la gente onesta, è un'offesa allo Stato".