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Maria, la decisione è rinviata

Conclusa udienza in Corte dʼAppello

E' stata rinviata la decisione sul futuro di Maria, la bimba bielorussa tenuta nascosta dalla sua famiglia affidataria.

Dopo il suo ritrovamento in Valle D'Aosta, la Corte d'appello di Genova si è riunita per decidere sul loro reclamo contro il provvedimento del tribunale per i minori che ordinava il ritorno in Patria della piccola. Ma i giudici si sono riservati di decidere tra qualche giorno.

In attesa della decisione, i genitori affidatari si dicono disperati ma non rassegnati, perché, come ha spiegato il parroco di Cogoleto, Don Danilo Grillo, vicino alla famiglia di Alessandro e Chiara fin dalla prima ora, "rimane loro un filo di speranza per la sentenza d'appello". "Spero che chi deve giudicare abbia la forza di guardare la bambina negli occhi, che ascolti la sua voce - ha proseguito don Danilo - Se uno ha il coraggio di guardare questa bambina negli occhi credo che una soluzione potrà nascere in modo diverso".
Durante la seduta della Corte d'Appello, poi rinviata, i rappresentanti dei vari comitati per Maria si sono raccolti in piazza a Cogoleto davanti alla chiesa con vari cartelli. Uno solo il messaggio: "Diritto alla famiglia" - "Diritto alla salute" - "Diritto al gioco" - "Diritto ad una dignità" - "Diamolo anche a Maria".

Intanto in attesa della decisione sembra che qualcosa sia cambiato: l'ambasciatore bielorusso Alexei Skripko avrebbe, infatti, ritirato le garanzie date in precedenza alla famiglia Giusto, che aveva chiesto di riaccompagnare la bambina nel suo rientro a Minsk. "L'ambasciatore ha detto che per il momento ritiene difficile che i genitori possano riaccompagnare Maria in Bielorussia", riferisce Alberto Figone, uno degli avvocati della coppia. "Si tratta di un elemento nuovo, credo che i giudici ne terranno conto prima di decidere". Sulla scia di questa novità e in attesa che il tribunale decida, le polemiche non accennano a diminuire. L'ambasciatore Skripko si sforza di mantenere i nervi saldi e assicura che "i rapporti con l'Italia sono ottimi e lo rimarranno", ma non sembra disposto a concedere molto. "Maria - dice - deve ritornare".

I genitori :"Speriamo di riabbracciarla presto"
"Siamo quasi certi che Maria abbia dormito con quattro dita in bocca: è il gesto tipico che assume quando si chiude nel suo dolore e quindi quasi sicuramente la notte scorsa ha fatto cosi"'. Lo hanno detto Alessandro Giusto e la moglie Maria Chiara Bornacin, in una intervista. Alla domanda se dopo il ritrovamento della bimba sono riusciti a sentire la bambina, la "mamma" ha risposto: "No, purtroppo non è stato possibile sentirla, non solo noi ma neppure una delle nonne. Ha dovuto dormire da sola e questo è per noi grande motivo di dolore oggi". "Speriamo - ha concluso piangendo - di poterla riabbracciare presto".

La nonna ha paura: "Maria potrebbe suicidarsi"
"Maria ci ha detto che se l'avessero riportata in Bielorussia lei avrebbe preso un coltello e si sarebbe suicidata". A rivelarlo è una delle nonne italiane della bambina bielorussa trovata in Valle d'Aosta. "Maria - ha aggiunto la donna - aveva persino disegnato una mappa dell'istituto dove era stata in Bielorussia, e ci aveva fatto vedere tutti i punti nei quali si sarebbe potuta nascondere, lei e noi". "Lì, in quell'istituto - ha proseguito - ha subito delle minacce e non siamo stati noi a dirlo, ma è quanto hanno accertato i medici che l'hanno visitata. Lei non vuole ritornare in quel posto...".

Maria ha incontrato il suo fratellino in Italia
Maria e suo fratello di 3 anni si sono già incontrati in Sardegna. Lo hanno rivelato i coniugi Giusto-Bornacin, precisando di essere stati loro a fare incontrare i due bambini per la prima volta. "E' stato emozionantissimo - ha detto con voce tremante Alessandro Giusto - e quindi siamo anche molto orgogliosi di quello che abbiamo fatto". "Siamo venuti a conoscenza che Maria aveva un fratello nel 2003, durante il primo soggiorno in Italia di Maria - ha raccontato Alessandro Giusto -, ma la bambina non lo ricordava. Noi allora ci siamo informati se il fratello veniva in Italia come Maria per soggiorni terapeutici. Avuta risposta positiva e che il bambino era in Italia presso una famiglia sarda, abbiamo organizzato il loro incontro in Sardegna, dove si sono visti per la prima volta". Maria Chiara Bornacin ha anche spiegato: "Noi, in questi venti giorni, abbiamo tentato in tutti i modi di chiedere alle autorità bielorusse un rientro di Maria in patria, che da noi non è mai stato rifiutato a priori. La nostra condizione era però che Maria non andasse nell'istituto di Vileika, ma presso la famiglia dove si trova il fratello". "Siamo coscienti del fatto - ha sottolineato - che in Bielossia Maria possa avere amore soltanto da questo suo legame, che noi assolutamente non abbiamo mai voluto negare, ma anzi, appena venuti a conoscenza dell' esistenza di un fratello, l' abbiamo cercato in tutta Italia, finché non lo abbiamo trovato". La "mamma" di Maria ha quindi auspicato: "Siamo fiduciosi che avere un fratello possa essere una speranza per Maria, di avere cioè una famiglia vera e allargata tra l' Italia e la Bielorussia, sempre però dopo un periodo trascorso in Italia per riprendersi dallo choc degli ultimi avvenimenti".