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In un anno 500mila fumatori in meno

Legge Sirchia ha ridotto anche infarti

Oltre mezzo milione di italiani hanno rinunciato alle sigarette a un anno dall'introduzione della legge "antifumo".

Secondo un'indagine in 4 regioni, il divieto nel locali pubblici ha consentito anche una riduzione del 5,7% delle sigarette vendute tra gennaio e novembre 2005 e una riduzione dei ricoveri per infarto acuto del miocardio del 7% nei primi due mesi del 2005. I consumi tra i 14 e i 24 anni sono calati del 23%.

Risultati inaspettati quindi per la legge 3/2003 sulla tutela della salute dei non fumatori quelli presentati dagli esperti del ministero della Salute in occasione del convegno "Tutela delal salute dei non fumatori: un bilancio dopo un anno di applicazione della legge", organizzato dal Centro nazionale prevenzione e controllo malattie (Ccm) dello stesso dicastero.

Per quanto riguarda i divieti, è emerso che nove italiani su dieci sono d'accordo con la creazione di spazi per i fumatori nei locali pubblici e col divieto assoluto di fumare al di fuori di essi; inoltre, per l'87,3% degli italiani il divieto viene rispettato in modo più o meno rigoroso. Lo stop alle sigarette in bar e ristoranti, dunque, non sembra aver allontanato gli italiani, almeno stando ai dati delle indagini presentate al ministero della Salute: il 9,6% del campione intervistato afferma di recarsi più spesso di prima nei locali pubblici e per la maggioranza (83%) l'abitudine a frequentare questi luoghi non è assolutamente cambiata con l'entrata in vigore della legge.

Una nota dolente è invece rappresentata dai luoghi di lavoro: l'86,8% degli italiani si dice favorevole al divieto di fumo nei posti di lavoro (erano l'85% nel 2004), ma solo il 69% ritiene che tali divieti vengano rispettati.

I risultati sono ritenuti più che soddisfacenti dal sottosegretario alla Salute, Domenico Di Virgilio e dal presidente della Lega italiana lotta contro i tumori (Lilt) Francesco Schittulli. "la legge italiana sul fumo - ha commentato Di Virgilio - è presa ad esempio anche da altre nazioni ed è una legge che guarda lontano poiché, oltre all'obiettivo a breve termine di una riduzione dei fumatori già conseguita con successo, mira sul lungo termine ad una tutela più ampia della salute dei cittadini, identificando appunto nel tabagismo uno dei principali fattori cronici di patologie".

Il presidente della Lilt, Schittulli ha sottolineato "l'alto senso civico" dimostrato dagli italiani: "la maggioranza ha rispettato i divieti di fumo di buon grado - ha osservato - e soprattutto nei locali pubblici, come bar e ristoranti, dove si temeva che il divieto sarebbe stato mal tollerato".

Per l'oncologo Umberto Tirelli, del Cro di Aviano (Pordenone) "questa legge ha avuto un grande risultato", almeno a giudicare da un recente studio pubblicato dall' Annals of Oncology che registra un forte calo delle vendite e del consumo di sigarette, soprattutto tra i più giovani, e "incalcolabili vantaggi per la salute" soprattutto per quanto riguarda il fumo passivo. Secondo lo studio citato, le vendite di sigarette sono calate complessivamente del 9 per cento dal 10 gennaio 2005 al successivo aprile, 28,3 milioni di chilogrammi contro i 31 milioni di chilogrammi venduti nello stesso periodo del 2004. Il calo di consumo di sigarette tra il 2004 e il 2005 è stato di ben il 23% per il gruppo di età compreso tra i 15 e i 24 anni. "La proibizione di fumare nei locali pubblici - ha aggiunto Tirelli - oltre che essere stata universalmente accettata non sembra aver avuto alcun impatto negativo sull' attività commerciale degli esercenti, come alcuni temevano".