FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Bimba morta in cassonetto:3 arresti

Uccisa immergendola nellʼacqua bollente

L'hanno trovata, ormai senza vita, in un cassonetto di Enna, nei pressi di Pergusa: l'ennesima neonata gettata via come spazzatura.

Ma per ucciderla, la madre, una badante romena, e i suoi datori di lavoro, una coppia di ennesi, avrebbero immerso ripetutamente la piccina nell'acqua bollente. Tutti e tre sono stati arrestati: e ora si accusano a vicenda per le torture inferte alla bambina.

Quando i poliziotti hanno trovato il corpicino della piccola, sembrava "solo" l'ennesimo, tragico caso di una creatura indesiderata, gettata via come immondizia. L'hanno ciamata Angelica, giusto per darle un nome da scrivere sulla lapide al cimitero, e il caso sembrava quasi chiuso. E invece, all'orrore si è aggiunto altro orrore quando gli agenti, sul corpo della bimba, hanno trovato ustioni di terzo e quarto grado. Segni di una vera e propria tortura: secondo gli investigatori la bimba sarebbe stata ripetutamente immersa in acqua bollente.

Gli inquirenti sono risaliti alla madre poche ore dopo: è Joana Marin, rumena 41enne, subito finita in manette. Ma con lei sono stati arrestati anche i suoi datori di lavoro, i coniugi ennesi Giovanni Scevole, pensionato 63enne, e la moglie Rachela Pirrera, casalinga di 54 anni, presso i quali la straniera era arrivata da una settimana per prendersi cura della madre ultraottantenne della Pirrera.

Nel corso dei lunghissimi interrogatori la madre della piccola ha sostenuto di avere partorito da sola, fuori dalla casa, e di aver quindi consegnato la bambina a Scevole, sostenendo che da quel momento non ha saputo più nulla della neonata. Una versione smentita dai riscontri effettuati nell'abitazione: in bagno, infatti, sono state trovate le tracce del parto.

Scevole, da parte sua, ha sostenuto di essersi limitato a gettare un sacchetto con il corpicino della piccola. Ma qualcuno, di sicuro, ha aiutato la romena a partorire, perché sotto le ascelle della neonata sono stati trovati i lividi tipici di un'estrazione durante il parto. Ad aiutare la donna, dunque, sarebbe stata la moglie del pensionato, che però si è avvalsa della facoltà di non rispondere: quando è stata arrestata, a quanto pare, si sarebbe preoccupata esclusivamente di chi avrebbe dato da mangiare al suo cane.

Resta il dubbio di chi abbia ucciso la bambina, ustionandola nell'acqua bollente: la madre accusa il datore di lavoro, che però nega. E rimane da capire anche che cosa abbia spinto la coppia ennese a partecipare ad un infanticidio tanto efferato. Si tratta di una coppia di vedovi, ciascuno con figli adulti, sposatisi alcuni anni fa. Secondo l'ipotesi più probabile, i due temevano che se la badante avesse partorito in ospedale si sarebbe scoperto che loro avevano assunto una clandestina.

"In questo caso - commentato il dirigente della squadra mobile di Enna, Tito Cicero - non si può neanche parlare di degrado sociale, ma solo di totale mancanza di valori. La soddisfazione di avere chiuso il caso in poche ore e di avere assicurato alla giustizia i responsabili di questa morte assurda non compensa la tragedia umana che abbiamo vissuto come uomini".