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Morta nel Tevere,immigrato indagato

"Vera è stata segregata e poi uccisa"

Era arrivata a Roma il 18 agosto, e la notte successiva, dopo una serata in discoteca con un'amica e 2 maghrebini, era scomparsa.

Si credeva si fosse allontanata dalla Capitale. Invece il corpo di Vera Heinzl, studentessa tedesca 20enne, è stato trovato nel Tevere. Secondo gli investigatori la ragazza è stata "segregata e maltrattata" prima di essere uccisa e gettata nel fiume; indagato per l'omicidio della giovane è un marocchino.

Vera era arrivata a Roma per imparare l'italiano, e alloggiava in un istituto religioso della Capitale. Venerdì lei e l'amica Teresa Hilz, anche lei tedesca avevano cenato insieme, e poco prima delle 20 la ragazza aveva mandato un Sms ai genitori: "Buona sera. Siamo sedute su un terrazzo, mangiamo pastasciutta e beviamo vino. Non potrei fare nulla di più bello. Vi voglio bene". Poi le due ragazze si erano dirette in discoteca, dove avevano trascorso il resto della serata insieme a tre maghrebini conosciuti in piazza di Spagna.

A un certo punto Teresa, stanca, aveva proposto all'amica di tornare a casa. Ma Vera le aveva risposto di andare pure, lei sarebbe rimasta perché si stava divertendo. E' stata l'ultima volta che Teresa ha visto l'amica: la studentessa non ha mai fatto ritorno a casa.

Il mattino seguente Teresa, non vedendo l'amica, si è preoccupata: ha chiamato il cellulare di Vera, ma nessuno ha risposto. La ragazza, allora, è andata in piazza di Spagna a cercare Nadil Btnyahya, 21 anni, uno dei tre maghrebini con i quali avevano trascorso la serata, quello che "a Vera piaceva". E quando lui ha raccontato a Teresa di aver riaccompagnato Vera a piazza Navona intorno alle 4, lei si è insospettita e ha avvertito la polizia.

Il giovane marocchino, parcheggiatore abusivo, è stato arrestato poco dopo per detenzione e spaccio di stupefacenti. Ed è stato interrogato a lungo sulla fine di Vera. Il giovane, nel suo contraddittorio resoconto, ha riferito alla polizia di essere stato con Vera fino alle 4, prima in discoteca poi a passeggio per la città, e di averla lasciata poi da sola nei pressi di piazza Navona. Ma sul suo volto sono presenti alcuni graffi, che potrebbero effettivamente essere dovuti a una caduta, come lo stesso Nadil ha raccontato, ma potrebbero essere anche sengni di una colluttazione con Vera.

Lui, però, continua a negare: "Sono completamente estraneo al fatto. Non so niente sulla scomparsa della ragazza", si difende. E proprio per trovare conferme la Procura ha deciso di diffondere la foto del giovane marocchino, lanciando un appello alla ricerca di testimoni: "Chi sa, parli".