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Concordia, adesso è sfida tra i porti per il relitto

Dopo lʼoperazione di parbuckling la nave dovrà essere fatta galleggiare e poi andrà trasportata in un altro porto per lo smantellamento. Ma il luogo di destinazione è ancora un rebus

Ansa

Dopo il successo delle operazioni per la rotazione del relitto della Costa Concordia, la nave dovrà superare altre fasi. Ora è stata raddrizzata e appoggiata sul falso fondale, ma poi dovrà essere fatta galleggiare fuori dal porto dell'isola del Giglio. "Nella primavera del 2014", dice il responsabile del progetto per la Costa, Franco Porcellacchia. E' gara tra Piombino, Palermo, Civitavecchia o un porto all'estero per smantellare il relitto.

Le prossime fasi consistono nell'installazione di 15 cassoni sotto la fiancata che era sommersa. Poi ci sarà lo svuotamento dei cassoni per il galleggiamento della nave e il suo trasferimento verso il porto di destinazione per lo smantellamento. Ma occorrerà attendere almeno fino alla prossima primavera perché la Concordia affronti il suo ultimo viaggio, sulla cui destinazione le ipotesi, e le polemiche, non sono però mai sopite. Anche adesso, dopo la gigantesca operazione "parbuckling". Attorno allo smaltimento del "rottame" si gioca una partita da milioni di euro.

Fin da subito, dopo il naufragio, quando si trattò di delineare il percorso per togliere la nave dalle secche in cui l'aveva portata il comandante Francesco Schettino, il porto di Piombino fu candidato dalla Regione Toscana a smantellare il relitto. Il porto toscano, oggi forte di 150 milioni da impiegare per il suo potenziamento, conta su questa operazione per alleviare la situazione occupazionale del comparto acciaio, offrendo contemporaneamente una filiera più corta per la collocazione dei rottami ferrosi e, soprattutto, una distanza minore dal Giglio rispetto ad altri concorrenti: meno miglia, meno rischi. Ma per Piombino è una sfida contro il tempo per predisporre le infrastrutture più adatte ad accogliere il relitto.

Il porto di Palermo è considerato tra le alternative più credibili, più di Civitavecchia, che è comunque ad una distanza minore. Tra l'altro il porto siciliano è uno dei porti nei cui cantieri nascono le navi come la Concordia, oltre ad essere una delle sedi strategiche di Fincantieri che, tra l'altro, ha costruito anche i cassoni che serviranno a rimettere in galleggiamento la nave. Potrebbe anche non essere escluso che, nel caso venga scelto Palermo, il porto siciliano sia la penultima tappa del viaggio, con la demolizione della nave e poi l'invio dello "scheletro" della nave in un altro porto straniero.

La scelta diretta di un porto mediterraneo non italiano, magari in Turchia, è tra le altre possibili opzioni: un'alternativa attraente soprattutto per i costi che sarebbero minori. Ma quel relitto è un "rifiuto speciale". E proprio in considerazione di ciò il ministero dell'Ambiente e la Regione Toscana avranno voce in capitolo per il suo smaltimento.

Se il porto di destinazione non sarà Piombino allora entrerà in scena un Vanguard, una sorta di tir del mare in grado di "imbarcare" la nave e "trasportarla" in qualsiasi parte del mondo, dice il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. Anche in Corea. Tecnicismi e politica. Il rebus del porto dove compiere i lavori è ancora tutto da decifrare.