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Nicole Minetti parla al processo Ruby: "Per Silvio Berlusconi sentimento d'amore vero"

Lʼex consigliere regionale lombardo denuncia "unʼaggressione mediatica, unʼondata di disprezzo, una campagna di odio e diffamazione senza precedenti nella storia dʼItalia" nei suoi confronti

Ansa

Nei confronti di Silvio Berlusconi "il mio è stato un sentimento d'amore vero". L'ex consigliere regionale lombardo, Nicole Minetti, non lo nega rendendo dichiarazioni spontanee al processo Ruby. Ma ribadisce più volte che lei non ha "mai introdotto" le ragazze ad Arcore né "gestito nulla". E ha denunciato che nei suoi confronti c'è stata "un'aggressione mediatica seguita da un'ondata di disprezzo".

A ciò è seguita una "campagna d'odio e diffamazione senza precedenti nella storia d'Italia". La Minetti ha anche detto che sta continuando a ricevere "minacce, anche nei confronti della mia famiglia, e devo convivere con la paura".

A volerla in politica, sottolinea l'ex consigliere regionale, fu don Luigi Verzè, il fondatore dell'ospedale San Raffaele di Milano. "Il presidente Berlusconi - ricorda - mi disse che don Verzè avrebbe avuto piacere ad avere un rappresentante dell'istituto in Consiglio regionale. Io accettai con gioia e inconsapevolezza, ma a quel ruolo non ero pronta".

Riguardo all'ormai famosa notte in Questura, nella quale Ruby venne rilasciata dopo le telefonate di Silvio Berlusconi, Nicole Minetti ha spiegato nelle dichiarazioni spontanee al processo che "io mi sono prestata per fare del bene, per permettere che la ragazza tornasse a casa sua, come tra l'altro mi aveva detto il funzionario Giorgia Iafrate". La marocchina, infatti, venne affidata all'allora consigliera Minetti.

La Minetti bolla quindi come "solo una fantasia" la definizione che hanno dato di lei i magistrati, come della persona che si occupava della "gestione delle case di via Olgettina". L'ex consigliera ha spiegato infatti che lei aiutava le ragazze che non potevano intestarsi i contratti. E ha aggiunto che le cene di Arcore "esistevano da molto prima di quando cominciai a partecipare".

Il teorema dell'accusa, dunque, secondo la Minetti si fonda "solo su un teorema privo delle indicazioni di concreti fatti di reato, fondato su un malcelato moralismo". "Io - spiega, leggendo un foglio - non ho mai invitato nessuna delle parti offese a nessuna delle cene a casa del presidente, continuo a non capire cosa posso aver organizzato anche perché nulla ho organizzato".

"Degna conclusione di questa inverosimile storia - prosegue - è la richiesta di condanna avanzata dai pubblici ministeri. Spero che qualcuno un giorno riesca a spiegarmi che cosa ho fatto di così straordinariamente terribile".

L'ex direttore del Tg4, Emilio Fede, pure imputato al processo, ha invece inviato ai giudici una lettera nella quale chiarisce che "non ho invitato Ruby, non mi ricordavo di averla conosciuta, non mi sono minimamente interessato alla sua età". E sottolinea che ad Arcore non ci furono "balletti osceni" né "tantomeno rapporti sessuali".