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Caso Meredith, parla la guardia di Amanda: "Senza emozioni, era una Regina di ghiaccio"

Una ex agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Perugia rivela il vero carattere della Knox: "Mai una reazione, era imperscrutabile. E di Mez non ha mai parlato"

Getty

Di Amanda Knox si è detto molto: dall'atteggiamento svagato al viso imperscrutabile, ogni dettaglio della ragazza di Seattle è stato indagato dallo sguardo delle telecamere. Ma del periodo trascorso nel carcere perugino delle Capanne non c'è traccia nelle cronache, almeno fino a ora. L'autobiografia Waiting to be heard promette di rivelare ogni istante di quegli anni passati dietro le sbarre: le prime anticipazioni denunciano molestie e atteggiamenti sconvenienti da parte delle guardie penitenziarie.

Una di queste è stata raggiunta dal quotidiano inglese Daily Mail e ha cercato di fare luce sulla detenuta Amanda. Angela Antonelli, 62 anni, è una guardia penitenziaria in pensione e Amanda l'ha conosciuta bene, ha passato con lei giornate intere e una cosa l'ha colpita: “Non ha mai pianto, altri detenuti urlano di essere innocenti, di soffrire, di non poter andare avanti in quel modo. Lei no, non ha mai mostrato la minima reazione. Gli altri la chiamavano Regina di ghiaccio”.

Il diario, le lettere, i libri - Erano queste le distrazioni della Knox, le sole in grado di provocare in lei un accenno di emozione: “L'unica volta in cui l'ho vista nervosa era quando aspettava il secondo libro di Harry Potter, era veramente ansiosa di ricevere il pacco inviatole dalla madre” ricorda la Antonelli, “Viveva attraverso i suoi libri, grazie alla lettura si lasciava trasportare via da quel posto”. E poi i Beatles e l'ossessione per le loro canzoni, le mille citazioni contenute nelle lettere e la passione per Let it be, il cui testo - dice la guardia - era diventato come un inno durante la detenzione.

Isolata per scelta - Se ne stava sempre per conto suo, racconta la Antonelli, gli altri socializzavano, scambiavano qualche parola, condividevano piccole cose per tentare di sopravvivere al tempo che dietro le sbarre sembra non passare mai. Amanda, invece, alla compagnia delle persone preferiva il suo diario, che aggiornava di continuo. “Dal mio punto di vista si comportava come se si sentisse superiore agli altri, li guardava dall'alto al basso”, dice l'ex agente.

"Mi ricordava un vampiro" - Angela Antonelli, tuttavia, era riuscita a creare un legame con quella ragazza così riservata e chiusa: “Sarà perché avevo un approccio materno, cercava di avvicinarsi a me, ma io mantenevo le distanze – precisa la guardia carceraria – A volte mi ricordava quasi un vampiro, con la sua forte personalità tentava di assorbire le mie emozioni”. Un carattere dominante, una ragazza sicura di sé: “Era diversa dalle altre coetanee che ho incontrato in prigione. Era molto determinata, come se fosse costantemente nel mezzo di un colloquio di lavoro, cercava sempre di mostrare il lato migliore si sé” prosegue la donna, “ma non era vanitosa, tanti si stupivano che non prestasse attenzione al suo aspetto”.

Mai una parola su Mez - “Non ha mai parlato di quella notte con nessuno, assolutamente. Non ha mai fatto cenno all'omicidio di Meredith e non l'ha mai nominata, così come non ha mai menzionato Rudy Guede”. La Antonelli ne è sicura, se un giorno la verità su quella notte di Halloween del 2007 dovesse emergere, non sarà certo grazie al contributo di Amanda: “Anche se non l'avesse uccisa lei, non ha fatto nulla per aiutare a capire cosa accadde” dice l'agente, “Pensava solo alla propria sopravvivenza, era impenetrabile. No, non si riuscirà mai a capire cosa è successo veramente quella notte”.

L'accusa di molestie - Sulle accuse mosse dalla Knox alle guardie penitenziarie, la Antonelli in parte ammette: “So che qualcuno le chiese come le piacesse essere trattata a letto, ma non è mai stata molestata fisicamente”. Nelle pagine del suo diario, Amanda non mostrava particolari insofferenze verso lo staff della prigione di Capanne, disagio invece descritto nel libro in uscita e che in Inghilterra non verrà pubblicato.

“Quando venne rilasciata non salutò nessuno” ricorda la Antonelli, “non mostrò alcuna compassione né sensibilità verso gli altri. Semplicemente se n'è andata”. Enigmatica fino in fondo: in fin dei conti nemmeno chi l'ha accompagnata nei suoi quattro anni più bui è in grado di dire chi sia veramente Foxy Knoxy.