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Caso Celentano, la pista messicana è un "fake"

Gli investigatori: "Dietro la foto della 20enne, cʼè un mitomane"

Ansa

La pista messicana è un "fake". Dietro la foto di Celeste Ruiz, la 20enne che tre anni fa aveva ridestato le speranze della famiglia di Angela Celentano, la bimba scomparsa il 10 agosto del 1996 durante un picnic sul Monte Faito, ci sarebbe un mitomane. Altro non è che l'amica di Facebook del figliastro di un magistrato di Acapulco, che non si sa ancora per quale motivo abbia voluto alimentare il caso contattando la sorella della piccola scomparsa.

Tutto ha inizio tre anni fa (il 25 maggio 2010) quando, come dice Repubblica, qualcuno scrive sul sito ufficiale della famiglia Celentano: "Sono Angela, sono in Messico e sono felice". Nei giorni successivi la presunta "Angela" torna a farsi viva e chatta con una delle due sorelle della piccola scomparsa, inviandole anche una foto. Per i Ris però non è compatibile. La famiglia viene inghiottita dalle (false) speranze e continua a credere nella pista messicana. Nel novembre del 2011 gli scambi di email si interrompono. L'Interpol decide così di intervenire per una missone in Messico.

Le ricerche prima sono effettuate a Cancun dove la ragazza dice di trovarsi, poi ad Acapulco da dove partono le email. Il segnale proviene dalla casa di un magistrato, Cristino Ruiz Guzman, e della moglie Norma Hilda Valle Fierro, una dipendente del ministero della Giustizia. Il dna della figlia della coppia non coincide. Infine, gli investigatori scoprono che quella casa è spesso frequentata da uno dei tre figli del primo matrimonio della Valle Fierro: dal figliastro del magistrato. Per i pm non ci sono più dubbi, è lui che ha inviato le email. Spinto forse dal racconto di qualcuno...