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Caso Ilva, l'azienda: 1.400 lavoratori a casa
Clini: emendamento per sbloccare sequestro

Drammatiche conseguenze dopo il no del gip al dissequestro dei prodotti con effetti a catena anche per altri centri. LʼIlva ricorrerà al tribunale del Riesame. Il governo annuncia un emendamento al decreto salva-Taranto per permettere la vendita della merce ora sottosequestro

Ansa

L'Ilva di Taranto annuncia in una nota che "da ora e a cascata per le prossime settimane circa 1.400 dipendenti, appartenenti prevalentemente alle aree della laminazione a freddo, tubifici e servizi correlati, rimarranno senza lavoro". La decisione è legata al "no" del gip al dissequestro dei prodotti giacenti sulle banchine.

Si fermeranno anche "tutti i centri di servizio Ilva, quali Torino, Milano e Padova, nonché gli impianti marittimi di Marghera e Genova. Tutto ciò comporterà, in attesa di ricostituire la scorta minima per la ripresa dei processi produttivi, una ricaduta occupazionale che coinvolgerà un totale di circa 2.500 addetti". Le ripercussioni maggiori si avranno a Genova e Novi Ligure dove "nell'arco di pochi giorni, da oggi, saranno coinvolte circa 1.500 persone (1.000 su Genova e 500 su Novi Ligure).

Azienda farà ricorso
L'Ilva "ricorrera' al Tribunale del Riesame" contro il 'no' del gip. Lo ha annunciato l'azienda in una nota.

Clini: pronto un nuovo emendamento
Dopo il no al dissequestro del gip, il governo corre ai ripari. E' pronto infatti un emendamento 'interpretativo' al decreto salva-Taranto. Lo ha annunciato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. L'azienda potrà commercializzare quanto prodotto prima del decreto e attualmente sottosequestro. Il ministro presenterà mercoledì alla Camera l'emendamento dell'esecutivo.