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Ecco la fabbrica dei "like" su Facebook

Sono siti che vendono pacchetti di "mi piace" e permettono di aumentare i fan

Dal Web

Cosa non si farebbe per un ‘mi piace' sulla foto delle vacanze postata su Facebook.

Per avere più fan del proprio collega o per vantare una lista di amici più lunga del politico rivale. Si potrebbe pagare. E c'è chi lo fa rivolgendosi a una delle tante società che vende in rete i pacchetti di ‘like'.

Scrivendo su Google “come aumentare il numero degli amici su Facebook” compare tra i suggerimenti Quick Online Tips, un portale che propone i 10 migliori siti per comprare Facebook Fan, Amici e Like. Il sito socialkik.com ti può portare 100mila fan al costo di 1700 dollari o anche solo 1000 con 39 bigliettoni.


Ma come fanno queste società a indurre così tante persone a metter 'mi piace' all'attività di uno sconosciuto? La risposta, il più delle volte si chiama like jacking. “In genere la società crea un falso profilo Facebook con una foto di una ragazza attraente, poi inizia a inoltrare richieste di amicizia”, spiega a Tgcom24

Daniele Ghidoli

, il venticinquenne fondatore di BigThink, una digital agency che ha da poco aperto un ufficio in centro a Milano. “L'utente di Facebook riceve la richiesta e, spesso, la accetta. Si fa leva sull'immagine della ragazza e poi si promette la visualizzazione di un video in cambio di un semplice ‘mi piace'. Quando clicchi il like, a prescindere da quello che verrà visualizzato, diventi fan della pagina desiderata dalla società”.


Facebook ha molti filtri per limitare lo spam (l'invio di messaggi indesiderati) ma non sempre riesce nell'impresa. E la pratica del like jacking è sempre più diffusa. Si tratta di pratiche dette di black hat (cappello nero) che fino a qualche tempo fa venivano eseguite manualmente. Oggi ci sono script automatici che inoltrano richieste in continuazione. “È una pratica non etica oltreché fastidiosa”, commenta Ghidoli. "L'utente si trova pieno di spam senza avere un effettivo vantaggio. È solo un modo per far crescere il numero di fan in pochissimo tempo. Ma non serve a intercettare clienti o ad aumentare il proprio seguito”.


Durante la campagna elettorale di Milano anche

Letizia Moratti

è incappata inconsapevolmente nel like jacking. “Aveva chiesto a un'agenzia di curare la pagina Facebook. L'agenzia ha pensato di aumentare il numero di fan della pagina e si è appoggiata a un'altra agenzia, la quale ha chiesto aiuto a un hacker. Che ha usato il like jacking all'insaputa della candidata sindaco”. Nel web 2.0 conta l'interscambio, e il commento a quello che si scrive o si pubblica vale più di un milione di amici fittizi. “Per un'azienda, per un personaggio famoso e per ogni utente è più importante avere pochi fan reali ma attivi che commentano e diffondono le attività postate”.