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Bufera sulla Lega,"Soldi trafugati per i Bossi"
Indagato il tesoriere Belsito che poi si dimette

Nel mirino dei pm anche Paolo Scala e Stefano Bonet sospettati di appropriazione indebita. Accertamenti su un rimborso per spese elettorali di 18 milioni. Lʼinchiesta dopo la denuncia di un esponente del Carroccio

Ansa

Perquisita la sede della Lega Nord di Milano, in coordinamento fra le procure di Napoli, Milano e Reggio Calabria.

Un'inchiesta riguarda gli investimenti in Tanzania effettuati dal tesoriere

Francesco Belsito

 indagato per appropriazione indebita e truffa allo Stato. Il leghista, tra l'altro, avrebbe commesso illeciti anche da sottosegretario nel governo Berlusconi. Belsito è nel mirino dei pm di Napoli anche per riciclaggio, coinvolti Lavitola e Tarantini.

"Coi soldi mantenuta tutta la famiglia Bossi"

Il tesoriere della Lega Francesco Belsito avrebbe distratto soldi pubblici "per sostenere i costi della famiglia Bossi". E' quanto si legge nel decreto di perquisizione eseguito dai finanzieri del nucleo tributario di Milano nell'ambito dell'inchiesta in cui è indagato il tesoriere del Carroccio. Nel documento si parla di "esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord. Si tratta di contanti o assegni circolari o attraverso contratti simulati".

Viaggi, alberghi e cene per figli Bossi e Rosy Mauro


In particolare da una nota dei carabinieri del Noe agli atti delle indagini si evince che il tesoriere Francesco Belsito, con i soldi dei rimborsi elettorali avrebbe foraggiato con viaggi, alberghi, cene, i figli di Umberto Bossi e Rosy Mauro, leader del Sinpa, il sindacato padano, molto vicina a Bossi.

Pagata anche la campagna elettorale del Trota


Parte dei fondi sottratti al partito sarebbero serviti per finanziare la campagna elettorale per le regionali del 2010 in Lombardia di Renzo Bossi. E' questo un particolare che, secondo indiscrezioni, emerge dagli atti dell'inchiesta dei pm milanesi. Altri soldi sarebbero stati usati per pagare i lavori di ristrutturazione della villa di Gemonio del leader del Carroccio Umberto Bossi.

In serata Belsito si dimette


Dopo una giornata di perquisizioni e indagini Francesco Belsito ha rassegnato le dimissioni da tesoriere della Lega Nord. Lo si apprende da fonti del partito. Belsito è giunto in via Bellerio in serata per parlare col segretario del partito, Umberto Bossi. Al termine del colloquio ha presentato le dimissioni.

Perquisita sede sindacato padano


Gli stessi uffici del Sinpa, il sindacato padano, a Milano sono stati perquisiti dai carabinieri che hanno acquisito i bilanci. Lo ha reso noto la legale Ivana Maffei. "Non abbiamo nulla da nascondere" ha commentato la leader del Sinpa, Rosi Mauro. "Non c'entriamo con l'inchiesta di Napoli, non siamo un partito", ha precisato l'avvocato Maffei.

Belsito: "Accuse devono essere provate"


"Mi è stato consegnato un avviso di garanzia in cui si dice che il movimento Lega Nord è indagato per finanziamento illecito. Queste cose dovranno poi essere provate. Per adesso non possiamo dire altro". Lo ha detto Francesco Belsito all'uscita dalla sua abitazione nel centro di Genova. Belsito è stato accompagnato in auto dagli investigatori che hanno effettuato la perquisizione in casa. "Sto andando con loro per sbrigare le pratiche", ha detto davanti alle telecamere di Telenord, che hanno ripreso la scena. Alcuni agenti sono usciti dall'edificio con delle borse contenenti documenti presumibilmente sotto sequestro. "Non sono in grado al momento - ha commentato l'avvocato Paolo Scovazzi, legale di Belsito - di valutare il fondamento delle accuse. Devo ancora vedere il mio cliente".

Usata una società milanese


La procura di Milano "procede per il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di

Belsito Francesco, Scala Paolo e Bonet Stefano

, con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord". I pm procedono "inoltre per il delitto di truffa aggravata ai danni dello Stato a carico dello stesso Belsito con riferimento delle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali".

Gli inquirenti, infine, indagano "su Bonet Stefano e Belsito Francesco con riferimento alle

erogazioni concesse allo Stato

sotto forma di credito di imposta in favore della società

Siram Spa

con sede a Milano". I presunti reati sarebbero stati commessi "a Milano e altrove dal 2010 al gennaio 2012". La Siram Spa, è una grossa società con sede a Milano che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali. L'attività di indagine, conclude la nota, "è svolta in coordinamento con le procure di Napoli e Reggio Calabria".


Spese elettorali falsate, 18 milioni di euro sotto la lente dei pm

Nell'inchiesta che vede indagato il tesoriere della Lega Francesco Belsito si ipotizza siano stati presentati rendiconti irregolari per rimborsi elettorali ottenuti dal Carroccio ai presidenti di Camera e Senato che sarebbero così stati tratti in inganno. Si stanno effettuando accertamenti anche sull'ultimo rimborso, erogato al partito lo scorso agosto, di circa 18 milioni di euro.


Pm: "Gestione opaca fin dal 2004"

La gestione della tesoreria del partito è avvenuta "nella più completa opacità sin dal 2004". Lo si legge nel decreto di perquisizione.


Inchiesta dopo la denuncia di un leghista

L'inchiesta è nata in seguito all'esposto di un militante del Carroccio riguardante l'utilizzo dei fondi del partito negli investimenti in Tanzania e a Cipro.



Pm Woodcock lascia via Bellerio: "C'è stata collaborazione"

"Non vi posso dire niente, solo che, sì, c'è stata collaborazione". Lo ha detto ai giornalisti il magistrato Woodcook lasciando la sede milanese del Carroccio, in via Bellerio, dopo la perquisizione di questa mattina. 

Perquisita anche la casa del segretario di Belsito a Genova

Perquisita anche la casa a Genova del segretario del tesoriere della Lega. A quanto si è appreso l'indagine napoletana scaturisce da intercettazioni telefoniche disposte nell'ambito del dell'inchiesta nei confronti del direttore dell'Avanti! Valter Lavitola. I magistrati partenopei indagano, in particolare, su operazioni definite"'spregiudicate" riferibili all'imprenditore veneto Bonet e ai rapporti economici con il tesoriere della Lega Nord.



Napoli, 5 indagati per riciclaggio

Riciclaggio. E' questo il reato per il quale la procura di Napoli sta indagando sul tesoriere della Lega. Cinque i destinatari dei decreti di perquisizione emessi e indagati dalla Procura di Napoli: si tratta del tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, dell'imprenditore veneto Stefano Bonet e di altri tre imprenditori. L'indagine parte da quella che aveva coinvolto il direttore dell'Avanti, Valter Lavitola, e l'imprenditore barese, Gianpaolo Tarantini, condotta dai pm John Woodcock e Francesco Curcio. Belsito, spiegano dalla procura, intrattiene rapporti con imprenditori locali di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Per questo motivo l'inchiesta è condotta in collaborazione dalle tre procure. L'indagine è concentrata sulle operazioni economiche di Bonet e punta a stabilire l'eventuale liceità delle somme versate al tesoriere della Lega Nord.


Nel filone dell'indagine calabrese 8 indagati: Belsito l'unico politico

Nel filone reggino dell'inchiesta sul riciclaggio ci sono otto ndagati. L'unico politico, secondo quanto si è appreso, sarebbe il tesoriere della Lega Francesco Belsito. Gran parte degli elementi posti a base delle indagini nascono in Calabria dove operano, in diversi settori, alcune società su cui si è concentrata l'attenzione degli investigatori. Sarebbero proprio queste società a creare i collegamenti tra ambienti criminali e imprenditoriali. Gli accertamenti, ancora in corso, ruotano intorno alla figura di un personaggio ritenuto contiguo a una cosca della 'ndrangheta e mirano ad accertare la natura dei rapporti intrattenuti da quest'ultimo con imprenditori, politici e lobbisti.