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Barletta, una 29enne muore dopo test clinici
Aveva bevuto soluzione per esami allergici

Altre due ricoverate in ospedale per aver assunto lo stesso farmaco

Ansa

Una donna di 29 anni è morta a Barletta dopo aver assunto un medicinale in un centro diagnostico privato della città.

Altre due, di 32 e 62 anni, sono state ricoverate all'ospedale di Barletta ed entrambe sono fuori pericolo. Una è nel reparto di Medicina, l'altra è ancora in Rianimazione. Tutte e tre si sono sentite male dopo aver bevuto una soluzione diagnostica per test allergici.

Secondo quanto riferito da fonti dell'ospedale dove poi sono state ricoverate le donne, la causa della morte e del malore delle pazienti potrebbe essere stata una reazione a una sostanza usata per eseguire un esame diagnostico teso a rivelare la presenza di helicobacter. Sul posto, in ospedale, ci sono il direttore generale della Asl Bt, Giovanni Gorgoni, e il direttore sanitario, Antonio Sanguedolce. Stanno compiendo indagini carabinieri del Nas, la polizia e personale del servizio epidemiologico di Bari.

Medicinale comprato su eBay
Sarebbe stato comprato su eBay da un medico di uno studio privato non convenzionato il medicinale che avrebbe provocato la morte di Teresa Sunna. Una delle due ricoverate è al reparto di Medicina, l'altra è in Rianimazione. Si tratta di un medicinale usato come anestetico locale per l'esame di gastroscopia. A quanto si è appreso, il medicinale sarebbe stato acquistato via internet dal mercato inglese ma potrebbe trattarsi di un prodotto di provenienza cinese. Il fatto è accaduto nello studio privato di un medico pensionato di Barletta, che gode - a quanto si è appreso - di una buona reputazione.

Secondo quanto riferito dalla direzione sanitaria della Asl, tutte e tre sono state colte da malore subito dopo aver bevuto una soluzione diagnostica che viene utilizzata per preparare test allergici, e non per una gastroscopia, come si era appreso in un primo momento. Al momento del malore, le tre donne si trovavano nel centro diagnostico privato "Spinazzola" di Barletta.

Procura apre inchiesta per avvelenamento colposo
La Procura di Trani ha aperto un fascicolo per avvelenamento colposo di sostanze alimentari, omicidio colposo e lesioni gravi, per quanto avvenuto oggi a Barletta in un centro diagnostico privato. Secondo quanto accertato finora, la sostanza assunta dalle tre donne, una delle quali è morta, è sorbitolo che viene utilizzato per la diagnosi di intolleranze alimentari. I Nas stanno facendo verifiche per accertare l'esatta composizione della sostanze assunta dalle pazienti e per accertare l'ipotesi che vi fossero aggiunte altre sostanze (non si esclude che possa trattarsi di nitrati) che potrebbero aver provocato l'avvelenamento. La sostanza somministrata alle pazienti è stata sequestrata al centro diagnostico di Barletta che verrà sottoposta ad analisi nei prossimi giorni, secondo quanto riferito da polizia e carabinieri che indagano sulla vicenda, le tre donne sono state le prime pazienti a cui è stata somministrata il sorbitolo proveniente dalla partita acquistata su internet.

Esperti: "Donne intossicate"
Si è trattato di una intossicazione acuta (metaeomoglobinemia) provocata da qualche sostanza che ha interferito con l'emoglobina che trasporta l'ossigeno nel sangue. Questa la diagnosi delle due donne che sono state salvate all'ospedale di Barletta. Lo afferma Carlo Locatelli, del Centro Nazionale di Informazione Tossicologica di Pavia.

Ministro Salute: "Nessuna allarme sanitario"

"E' un episodio di gravità inaudita, ma secondo le nostre informazioni non è tale da suscitare allarme sanitario di nessun tipo". Lo afferma il Ministro della Salute, Renato Balduzzi. "Nel centro clinico sequestrato è stato utilizzato sorbitolo industriale usato impropriamente in una soluzione per breath test che serve per diagnosticare il malassorbimento intestinale. Allo stato non risulta alcuna contaminazione".