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Afghanistan, randagi adottati dai militari e portati da Kabul a Roma

Le associazione Enpa e Nowzad hanno permesso il viaggio dei gatti Cleopatra, Reddy e Pers, e dalla cagnetta Arena

Afghanistan, randagi adottati dai militari e portati da Kabul a Roma - foto 1
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Tre gatti, Cleopatra, Reddy, Pers, e una cagnolina, Arena, sono finalmente salvi dal pericolo delle bombe e della guerra in Afghanistan, grazie all'impegno dei nostri militari italiani e di due associazioni, l'Ente Nazionale Protezione Animali e della Nowzad, l'associazione angloamericana che opera in Afghanistan per sostegno agli animali randagi e per il rimpatrio di quelli adottati in loco dai militari.

Questi animali, dopo un lungo viaggio di oltre 4000 chilometri, da Kabul, in Afghanistan all'aeroporto di Fiumicino, in Italia, ora sono al sicuro tra le braccia e le coccole dei loro salvatori, quegli stessi militari che per mesi e mesi se ne sono presi cura.

Il ponte aereo tra Roma e Kabul è stato reso possibile grazie all'impegno dell'Ente Nazionale Protezione Animali e della Nowzad proprio in risposta a una richiesta di aiuto giunta lo scorso agosto a Carla Rocchi, presidente dell'Ente Nazionale Protezione Animali. A farla, quella richiesta, inizialmente era stato proprio uno dei militari che aveva adottato Cleopatra, una gatta tigrata. La risposta di Enpa non è tardata ad arrivare.

Con il supporto del progetto "Rete Solidale" e dell'Unità di Intervento Nazionale, Carla Rocchi ha subito aperto il canale di collaborazione con Nowzad. Ma dopo il primo, altri militari hanno fatto richiesta di adozione: per i mici Reddy e Pers; a cui si è aggiunta, infine, anche Arena, una cagnolina meticcia beige di media taglia. Il loro arrivo nello scalo romano ha posto fine ai tanti timori per la sorte di questi animali, che ora, potranno vivere con i loro amati padroni, che tanto hanno lottato per poterli riavere vicino. Sulla vicenda l'ex ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, in un tweet nei giorni scorsi ha scritto: "Onore sempre più grande ai nostri militari per questo gesto".