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Da dieci anni sulla sedia a rotelle ottiene il brevetto di volo per aliante: "Ora le gare acrobatiche"

Iwan Piccioni, 44 anni di Giulianova (Teramo), è il terzo italiano paraplegico a raggiungere questo traguardo, il primo in Abruzzo. "In cielo non ho barriere", racconta a Tgcom24

Deve spostarsi in Umbria per volare, ma è il primo pilota paraplegico d'Abruzzo, e il terzo in Italia, con il brevetto per aliante.

"E' stata una sfida lunga un anno e alla fine l'ho vinta e sono già pronto per la prossima: in autunno l'abilitazione per l'acrobazia, sempre con aliante". E' affamato di prove e vittorie Iwan Piccioni, 44 anni di Giulianova (Teramo), da 10 su una sedia a rotelle dopo un incidente in moto. "In cielo non ho le barriere che ho per la strada della mia città e ho riprovato l'ebrezza del fischio del vento, della velocità, dell'agonismo dopo tanto", racconta a Tgcom24, a pochi giorni dalla conquista del "Glider Pilot Licence" rilasciato dall'Ente nazionale di aviazione civile (Enac).

Cosa vuol dire per lei aver ottenuto il brevetto di volo per aliante?
"E' stata una grande sfida, se penso anche alla mia età. Ho dovuto rimettermi a studiare, a 25 anni dall'esame di Maturità. Quando ho iniziato un anno fa, sinceramente, pensavo che potesse essere un passatempo, invece sono stato completamente assorbito dallo studio e mi sono motivato. Così per un anno, due volte a settimana, mi sono recato all'Areoclub Centro Nazionale Acrobazia Italiana di Castel Viscardo, in provincia di Terni, percorrendo 600 chilometri, per fare teoria e pratica".

Ma in Abruzzo non ci sono centri per praticare?
"Ho bisogno di un aliante modificato per disabili, perché al posto delle gambe io uso le braccia, ed è presente a Castel Viscardo e a Varese. Inoltre nel mio aeroclub c'è una pista adatta di 800 metri".

Come ha iniziato?
"In occasione di una manifestazione sportiva regionale ho conosciuto Stefano Zuccarini, il primo pilota disabile acrobatico al mondo, che mi ha invitato a provare l'aliante a Castel Viscardo ed è stato amore a prima vista".

Che sensazioni ha provato quando ha volato per la prima volta?
"Dopo tanti anni ho provato la stessa ebrezza di quando a 15 anni ho iniziato a fare windsurf. Sono sempre stato un grande sportivo e lo sono tuttora; ma windsurf, kite, snowboard fino all'incidente... Insomma, sono abituato ad acrobazie aeree anche in acqua e a gestire tutte le condizioni meteo e il vento. E proprio risentire il fischio del vento nelle orecchie, dopo tanti anni, è stata una grande emozione. Non dico che non ho avuto paura, anzi ero pieno di dubbi all'inizio, ma mi sono sempre detto: ce la devo fare".

Com'è il mondo a mille metri d'altezza e solo con la forza delle braccia?
"Per quella mezz'ora di acrobazie o per quell'ora o due del volo a distanza sono finalmente libero e felice. Sono così concentrato che dimentico la mia disabilità: in volo ci sono io, l'aliante e quello che c'è intorno. Certo, ci vogliono conoscenza, esperienza e coraggio, ma in cielo non è la guerra continua che combatto ogni giorno a terra per le barriere architettoniche che incontro sulla mia strada. E' incomprensibile come ancora oggi, per esempio, si costruiscano marciapiedi impraticabili per noi disabili... Come è possibile, poi, nel 2018, che in spiaggia la passerella arrivi a 20 metri dalla riva e io non possa toccare il mare?".

Il messaggio per tanti ragazzi e ragazze sulla sedia a rotelle che possono tornare "liberi e felici" come dice di sentirsi in volo?
"Riporto le parole del mio istruttore Pietro Filippini alla prima lezione: neanche io come te ho le ali, ma volo lo stesso. Non sono mai stato considerato un allievo disabile perché non c'è alcuna differenza su un aliante tra piloti, anche se io do velocità e accelerazione con le braccia, invece che con le gambe".