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La storia di Roberto Maggi: "Una truffa
ha distrutto il mio patrimonio da 4,8 mln"

L'editore Larus racconta a "Fatti & Misfatti" la sua vicenda.
Ottiene giustizia dopo cinque anni, in primo grado quasi tutti assolti

- Vittima di estorsione e per cinque anni privato di tutto. È la storia di Roberto Maggi, socio della casa editrice Edizioni Larus, specializzata nell’editoria per bambini, ospite della trasmissione “Fatti & Misfatti” condotta da Paolo Liguori. Una frode che gli è costata parecchi soldi e un danno imprenditoriale irreversibile.

    "Tutto è cominciato nel 2009, quando il gruppo bilancio gli chiese di monetizzare le rimanenze del magazzino. Abbiamo offerto un forte sconto per chi avrebbe pagato subito. Nel frattempo sono stato contattato da una struttura che mi ha chiesto di poter comprare dalla svizzera libri per bambini per le scuole della svizzera italiana”. Poi si passa a qualcosa di più grosso. Gli chiedono di comprare uno stock più corposo, 2 milioni di libri, facendo avanti e indietro dalla Svizzera . Gli offrono un pagamento anticipato del 5 per cento e una garanzia bancaria fideiussoria.

    Dopo parecchi avanti e indietro dalla Svizzera per gli accordi preliminari, finalmente le parti si incontrano nell’ufficio di Bergamo della società di Maggi. Ma qui la sorpresa: i suoi compratori si presentano con 100 mila euro in contanti e glieli gettano sulla scrivania. “Non è vero che i soldi non puzzano. I soldi puzzano, eccome”, gli ripetono. “Io i contanti non li voglio”, risponde Maggi. “C’è una banca a Bergamo?”, chiedono. E così si dirigono tutti verso una nota banca nazionale. Gli uomini mostrano un biglietto da visita, e come se fosse un lasciapassare, i 100 mila euro in contanti vengono convertiti in assegni circolari seduta stante. Tornano in ufficio e firmano il contratto, ma ancora dubbioso, Maggi fa controllare alla propria banca la fideiussione, che subito la conferma.

    Ma non tardano ad arrivare altri problemi. I compratori telefonano a Maggi dicendogli di aver fatto un incidente e gli chiedono di prestar loro l’automobile, che dopo pochi giorni sparisce nel nulla. Nel frattempo, rivendicando il pagamento già effettuato, gli uomini cominciano a caricare sui loro camion fiumi di libri per portarli via. Avendo definitivamente capito di essere stato truffato, l’imprenditore fa sentire la sua voce, ma ecco che arrivano i ricatti. Se Maggi rivuole macchina deve dare loro 40 mila euro, se rivuole anche i libri deve darne 400 mila.

    Chiama i carabinieri, denuncia il tutto quello che è successo, e allora partono le indagini. Si arriva al tribunale, ma qui arriva la seconda sorpresa. La sentenza è incredibile: tutti assolti, tranne uno che ha patteggiato la pena. “Mi è caduto il mondo addosso”. L’imprenditore non riesce a crederci. Ci sono voluti cinque anni perché si arrivasse alla condanna, avvenuta in secondo grado. Ma allora perché in un primo momento erano tutti stati assolti? Tanto tempo buttato, ma anche la perdita economica non è stata indifferente. Da 4 milioni e 800 mila euro di fatturato a zero in un attimo, tutte le banche per anni gli hanno chiuso le porte in faccia.

    Oltre il danno, la beffa. I libri rubati sono stati venduti illecitamente al prezzo di 0.50 centesimi di euro. Un notevole smacco all’impresa editoriale, a cui è stato azzerato il fatturato. E l’automobile? Ancora sequestrata in Spagna da un’operazione dell’Interpol. “Sono anni che lotto per farla dissequestrare, ma quando c’è la malavita organizzata di mezzo è difficile che la giustizia riesca a fare il suo dovere”. “E il peggio”, conclude Maggi, “è che ho la certezza che ci sono tanti altri editori che hanno subito situazioni del genere, ma non possono dire niente perché hanno pagato”.

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