Uccisa da un tumore prima della maturità, oggi la consegna del diploma
La tesina di Martina Natale era stata illustrata, allʼesame di Stato, dai compagni di classe. Ora a Latina la cerimonia con il ministro Bussetti
Uccisa da un tumore il 12 giugno, prima che potesse sostenere l'esame di maturità, le sue compagne del Liceo Manzoni di Latina avevano illustrato al suo posto la tesina per far ottenere a Martina Natale quel diploma che tanto desiderava.
E che è arrivato il 2 ottobre, consegnato ai genitori e al fratello dal ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti.
"Essere qui a consegnare un diploma a persone meravigliose
come voi - ha detto il titolare del Miur ai compagni di Martina - per me è un onore. Voi
dimostrate di essere comunità, di conoscere i valori della vita;
anche questo è essere scuola. L'amore che state trasmettendo
oggi e' qualcosa di unico, è un simbolo per la scuola italiana". Il ministro ha quindi ricordato che aveva appena ricevuto l'incarico "quando ho ricevuto la notizia di quanto accaduto e per me è stato istantaneo voler dare il diploma a chi ha dimostrato coraggio e voglia di vivere fino in fondo".
La preside dell'Istituto, Paola Di Veroli, ha invece
raccontato come le compagne hanno illustrato il lavoro di
Martina durante gli esami di maturità: "6 luglio, ore 11.30,
aula 1. I commissari, terminati gli adempimenti conclusivi degli
orali, aprirono la porta. Entrò un folto gruppo per assistere
all'ultimo orale. Alessia, Gaia, Claudia, Florina, Elena,
Camilla, Jessica e Giorgia si sedettero e cominciarono
ad illustrare il lavoro di Martina. Pirandello, i terremoti, il
teatro spagnolo... Che lavoro originale! Un sipario che si apre e
via, allo spettacolo degli argomenti d'esame, tra pop up,
cartoncini e fotografie. Chissà con che passione lo avrebbe
proposto Martina, che lo aveva immaginato e creato...".
A conclusione della cerimonia, la mamma della ragazza morta ha detto che a nome della figlia è stata costituita
una Onlus, "Martina e la sua luna", per aiutare le famiglie in
difficoltà ad esaudire i desideri dei ragazzi ammalati.