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"Lotito ci ha presi in giro, ecco perché ho buttato la corona di fiori nel Tevere"

Un 30enne della Comunità ebraica spiega perché, insieme ad altri ragazzi, ha deciso di compiere il gesto

agenzia

"Quel muro è sacro e non può essere vilipeso".

Ha 30 anni, appartiene alla Comunità ebraica, e poche ore prima ha deciso di gettare nel Tevere - insieme ad altri giovani - la corona di fiori che il presidente della Lazio, Claudio Lotito, aveva portato davanti alla sinagoga di Roma dopo che i tifosi biancocelesti avevano lasciato allo stadio Olimpico decine di adesivi con l'immagine di Anna Frank con la maglia della Roma indosso. "Dopo aver sentito l'audio in cui lo stesso Lotito aveva definito il suo gesto una sceneggiata, abbiamo deciso di agire" ha spiegato il 30enne a Repubblica.

"Non si è trattato di un gesto contro la Lazio, ma contro il suo presidente Claudio Lotito" ha aggiunto il protagonista dell'ultimo capitolo di una vicenda che non sembra voler conoscere la parola fine. "Nella tifoseria laziale esiste anche una parte sana, abbiamo apprezzato il sostegno che ci è arrivato da loro, ma dopo aver sentito Lotito definire una sceneggiata la visita in Sinagoga, quel muro andava ripulito perché è sacro, non può essere vilipeso. Il Tevere era la soluzione più semplice, qualcuno doveva provvedere".